Il Val di Noto e i suoi tesori

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Noto

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palazzo Nicolaci

Palazzo Nicolaci

Via Nicolaci

Val (o Vallo) di Noto è l’antico nome di una delle tre aree territoriali in cui è stata suddivisa la Sicilia, dal punto di vista amministrativo, dall’epoca araba (IX-XI secolo) fino alla Costituzione del 1812. Il suo nome deriva dalla città di Noto (in cui probabilmente si trovava la sede del Governatore del Vallo), ed il suo territorio riguardava l'area che oggi corrisponde alle province di Siracusa, Ragusa e Catania. Le altre due unità amministrative in cui era suddivisa la Sicilia erano: il Val Dèmone, corrispondente alla parte nord-orientale dell’Isola, e il Val di Mazara, il più esteso, comprendente tutta la parte occidentale.

Il territorio del Val di Noto è un’area ricca di parchi e riserve naturali incontaminate (come la Riserva naturale di Vendicari, la Riserva naturale di Cavagrande del Cassibile, l’Area marina protetta del Plemmirio e Cava d’Ispica), e di importanti siti archeologici: la Necropoli Rupestre di Pantalica (inserita nella World Heritage List dell'Unesco nel 2005), con circa 5.000 tombe scavate nella roccia naturale; il Parco Archeologico della Neapolis di Siracusa, con il celebre Teatro Greco, l’Ara di Ierone II, l’Anfiteatro Romano, l’“Orecchio di Dionisio” e la Chiesa normanna di San Nicolò dei Cordari; la Villa Romana del Tellaro, una ricca residenza extraurbana della tarda età imperiale; il Parco Archeologico dell’Alveria, con necropoli e ambienti rupestri, testimonianze d’epoca greca (resti di un’agorà, di un ginnasio, di mura megalitiche) e medievale, come i ruderi del Castello normanno (costruito su una preesistente fortezza araba), palazzi nobiliari, chiese, conventi della città di Noto Antica, distrutta dal sisma del 1693.

L’area del Val di Noto, infatti, è ad alto rischio sismico per l’instabilità geologica dovuta alla collisione tra le placche euroasiatica e nordafricana, come dimostrano i terremoti del 1542 e, soprattutto, quello del 1693, uno dei più devastanti in Sicilia, che ridusse in macerie i maggiori centri urbani del Vallo. Le cronache del tempo e i documenti ufficiali del governo spagnolo (che, all’epoca, dominava nell’Isola) parlano di 93.000 vittime, e della distruzione di quasi sessanta città, alcune delle quali completamente rase al suolo, altre fortemente danneggiate o in parte demolite.

In seguito al sisma, il Val di Noto fu oggetto di un fenomeno di ricostruzione senza precedenti, di proporzioni tali da esser considerato un caso unico al mondo, con soluzioni urbanistiche, architettoniche ed artistiche che videro fiorire lo stile barocco in quest’area sud orientale dell’Isola; così, il Val di Noto divenne il più grande cantiere della storia di Sicilia, ed il più importante laboratorio dell'urbanistica barocca. Per questo motivo, le otto città di Caltagirone, Catania, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli, interessate da questo importante episodio ricostruttivo, sono state riconosciute nel 2002 dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, con le seguenti motivazioni:

1. le città assegnate al titolo di Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily) costituiscono un’eccezionale testimonianza dell’arte e dell’architettura del tardo Barocco;

2. esse rappresentano il culmine e l’ultima fioritura del Barocco europeo;

3. la qualità di questo patrimonio è risaltata anche dall’omogeneità, causata dalla contemporanea ricostruzione delle città;

4. le otto città sono in permanente rischio a causa dei terremoti e delle eruzioni dell’Etna.

Il Cioccolato di Modica

Il Cioccolato di Modica

Pomodoro di Pachino I.G.P.

Pomodoro Pachino
Mappa Val di Noto

Seltz con sciroppo di limoni

Infiorata di Noto