Favignana, una “farfalla” sul mare
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tonnara di Favignana
tonnara di Favignana
La Mattanza
Porto di Favignana
Tonnara
Chiamata Egusa da Greci e Romani per l’abbondanza di capre nel suo territorio, il nome Favignana deriverebbe dal “favonio”, vento caldo di ponente. L’Isola, con i suoi 9 km di lunghezza e 4 km di larghezza, è la maggiore dell’Arcipelago delle Egadi, a cui appartengono anche Levanzo e Marettimo.
È formata da due zone pianeggianti, il Bosco a ovest e la Piana ad est, divise dal Monte Santa Caterina (alto 314 metri), che le danno una forma di farfalla adagiata sul mare: è questa la romantica definizione che ne diede il pittore Salvatore Fiume, negli anni Settanta del secolo scorso. Favignana appartiene all’Area Marina Protetta Isole Egadi, la riserva marina più grande del Mediterraneo, istituita nel 1991 a tutela della straordinaria ricchezza del suo ambiente naturale con elevatissima biodiversità.
Abitata sin dalla preistoria, fu terra dei Fenici dall'VIII secolo a.C. fino alla conquista romana del 241 a.C., come testimoniano gli importanti reperti dell’Area archeologica di San Nicola (a nord est) con grotte preistoriche, necropoli fenicio-puniche ed ellenistiche, mosaici di età romana imperiale, un ninfeo romano scavato nella roccia adibito probabilmente a “Bagno delle Donne”, e resti di un impianto per la lavorazione del pescato e la produzione del garum (il condimento più popolare nell'Impero romano preparato con interiora di pesce).
I Normanni realizzarono in quest’Isola un sistema di fortificazioni, di cui rimangono a nord il Castello di Santa Caterina (tuttora accessibile) e, a sud, il Castello di San Giacomo, ampliato dagli Spagnoli nel XVI secolo (oggi carcere). Durante la metà del secolo XVII, Favignana divenne proprietà, insieme all'intero arcipelago delle Egadi, dei Pallavicini-Rusconi di Genova, e poi dei Florio che, dal 1874, incentivarono la tradizionale pesca del tonno, che in quest’isola risalirebbe già al XII secolo.
Oltre che per le cave di tufo pregiato (ormai in disuso), Favignana è famosa, infatti, per l’antica Tonnara, la più importante della Sicilia e una delle più grandi del Mediterraneo, la cui attività fu potenziata dai Florio (la nota famiglia di industriali e banchieri che, tra l’800 i primi del ‘900, costruì un impero economico in Sicilia), che crearono la prima forma di industrializzazione del tonno, inventando anche il metodo di conservazione sott’olio nelle scatolette di latta (presentate, per la prima volta, all’Esposizione Universale del 1891-92).
L’antica tonnara, inizialmente presa in affitto dai Florio nel 1841, fu ampliata e ristrutturata nel 1874 dall’architetto Giuseppe Damiani Almeyda: era la nascita del grandioso stabilimento che dava lavoro alla maggior parte degli isolani, e che fu capace di pescare, lavorare, confezionare e commercializzare in tutto il mondo fino a 10 mila esemplari di tonno all’anno. Dal 1840 al 1955, si calcola che vennero prodotti in media, ogni anno, 18 mila barili di tonno sott’olio e 45 mila sotto sale.
L’Ex Stabilimento Florio della tonnara di Favignana, attivo fino agli anni Novanta, con i suoi 32 mila metri quadrati, costituisce oggi uno dei più imponenti esempi di archeologia industriale in Sicilia. Acquisito dalla Regione e restaurato tra il 2003 ed il 2009, al suo interno foto e filmati d’epoca raccontano il tradizionale rito della mattanza e l’attività della tonnara che, negli ultimi anni, rivive soltanto in momenti di folklore a beneficio dei turisti. Non ci sono più reti e “camere della morte” che attendono i tonni per catturarli, e questi grossi pesci attraversano tranquilli il mare delle Egadi, nella loro corsa verso lo stretto di Gibilterra.
Così, nei locali un tempo adibiti all’inscatolamento del tonno, divenuti oggi un Antiquarium, è possibile ammirare interessanti reperti archeologici: elmi, anfore, e i famosi rostri della Battaglia delle Egadi (241 a.C.) che, con la loro singolare forma a tre punte, speronarono le navi nemiche sancendo la vittoria definitiva di Roma su Cartagine. Significativo anche il reperto della Fiasca da pellegrino del XV secolo, il cui contenuto alcolico (vino) si è mantenuto intatto per circa sei secoli.
Un’altra testimonianza della presenza dei Florio sull’Isola, è l’elegante Villa Florio in stile neogotico-liberty, la residenza estiva della famiglia (edificata nei pressi del porto tra il 1876 e il 1878, dall’architetto palermitano Giuseppe Damiani Almeyda), oggi sede del Municipio e dell'info point turistico.
Favignana offre panorami incantevoli, un mare turchese e trasparente: sulla costa di nord-est, imperdibile una visita alla Cala Rossa, una baia a picco sul mare, incastonata fra le pareti di pietra calcarea, per secoli utilizzate dagli isolani come cava di estrazione di materiale lapideo. Secondo la tradizione, il suo nome deriva dal fatto che in queste acque si svolse la battaglia navale fra Romani e Cartaginesi, che mise fine alla Prima Guerra Punica. Il sangue delle vittime sarebbe stato così abbondante, da tingere di rosso le acque. Un aneddoto cruento, che stride con la bellezza da cartolina di questo luogo.