Arance di Sicilia

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La Sicilia è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo…”, così scriveva Guy De Maupassant nel suo “Viaggio in Sicilia” del 1885.

Sicilia, infatti, è sinonimo di arance: quella amara, originaria della Cina e del sud-est asiatico, giunse in quest’Isola con gli Arabi e durante la loro dominazione (dall’anno 827 fino all’arrivo dei Normanni nel 1060), la Conca d’Oro di Palermo costituì una delle meraviglie dell’agricoltura di tutto il Mediterraneo, per le grandi coltivazioni di alberi di arancia amara. Per gli Arabi, infatti, gli alberi di agrumi erano talmente decorativi da avere un ruolo di primo piano nella composizione dei loro giardini.

Nel XIV secolo un gruppo di commercianti genovesi o veneziani, che avevano relazioni con l’Oriente, importarono in Sicilia l’arancia dolce (probabilmente un ibrido tra pomelo e mandarino), la cui coltura si è estesa, tra Ottocento e Novecento, dalla Conca d’Oro alle aree etnee del Catanese, di Lentini e Francofonte nel siracusano, e nelle province di Ragusa e Agrigento, acquistando un ruolo primario nell'economia dell’Isola, fino ai nostri giorni.

Oggi la Sicilia, che destina all’arancicoltura il 62% degli ettari di terreno coltivabile, ha un primato assoluto in Italia per la produzione di questo agrume di eccellente qualità, raggiungendo il 59% della produzione totale nazionale. In particolare, l’Arancia di Ribera D.O.P., coltivata nella provincia di Agrigento, e l'Arancia Rossa di Sicilia I.G.P., coltivata in numerosi centri delle province di Catania, Enna e Siracusa, rappresentano un vero e proprio fiore all'occhiello dell'agricoltura del nostro Paese.

L'Arancia di Ribera D.O.P. è a polpa bionda e priva di semi, con un alto contenuto di vitamine (C, A, B, PP), sali minerali e zuccheri; si riconosce per la sua dolcezza e gode dal 2011 del prestigioso marchio a Denominazione di Origine Protetta (l’unico assegnato alle arance in Italia). L’Arancia Rossa di Sicilia I.G.P., ad Indicazione Geografica Protetta dal 1996, indica, invece, le varietà di arance a polpa rossa: moro, tarocco e sanguinello. Il loro caratteristico colore sanguigno è legato al microclima presente nel territorio etneo ed in tutta l’area della Sicilia orientale. La produzione di questa varietà equivale al 40% di tutta l’arancicoltura siciliana.

Destinate alla tavola, alla spremuta e alla gastronomia, queste tipologie di arance, oltre ad essere una prelibatezza per il loro sapore, sono elemento imprescindibile di un’alimentazione sana, e rappresentano un valido presidio per la salute. Contengono la preziosa vitamina C, che aumenta le difese immunitarie, hanno un potere antiossidante e anticancerogeno ed aiutano l’assorbimento del ferro. Stimolano, inoltre, l'attività cerebrale, favoriscono il controllo dell’ansia e dello stress, aiutano la digestione, depurano l'organismo e, per il loro contenuto di potassio, proteggono il cuore, la circolazione e i reni; ricche di carotenoidi contribuiscono anche a tutelare la vista. La buccia, usata per la produzione di canditi e frutta essiccata, viene anche sfruttata per estrarne l'olio essenziale utilizzato nelle composizioni galeniche, nella cosmesi e in profumeria.